Casa di riposo o casa propria?

Casa di riposo o casa propria?

“Siamo fratello e sorella e ci prendiamo cura di nostra madre di 86 anni, affetta da demenza e con la complicazione di essere anche cardiopatica e depressa. Abbiamo fatto tanti tentativi con diverse badanti, ma lei proprio non le accetta!

Dopo varie cadute, l’ultima con frattura, abbiamo deciso di portarla in una Casa di riposo. Qui, ben accudita per 4 mesi, si è ripresa discretamente sul piano fisico e anche mentale. Ma ora non accetta più di stare qui e vuole tornare a casa sua.
Cosa possiamo fare? Tentare ancora a casa con una badante? Resistere alle sue minacce e lasciarla nella struttura contro la sua volontà? Siamo veramente in crisi!”.

L’accudimento di una madre anziana comporta un carico emotivo, affettivo, organizzativo che talvolta ci può mettere in uno stato di tensione ed ansia molto forti.
Inoltre quando la persona malata – a cui vogliamo bene e di cui siamo diventati anche responsabili – inoltre,si lamenta o minaccia, è normale provare una forte pressione emotiva; ciò non aiuta a farsi un quadro chiaro e completo e a prendere con lucidità decisioni difficili.

Per poter prendere una decisione adeguata, è importante che consultiate il personale della struttura dove vostra madre ha trascorso questi ultimi mesi. Il personale, medico ed infermieristico, potrà darvi quelle informazioni sullo stato di salute sia fisico sia mentale (ad es. l’andamento del suo deterioramento cognitivo, quali sono le sue fragilità nelle attività della vita quotidiana, ecc) che vi saranno molto utili per decidere cosa fare: protrarre il ricovero o programmare il rientro a domicilio ma con i supporti necessari.

Senza questi dati oggettivi , infatti, si rischia di prendere decisioni più sull’onda di emozioni e valutazioni soggettive inficiate dalla relazione complessa che c’è tra genitore anziano e figli che si prendono cura.
Di grande utilità anche parlare con il personale socio-assistenziale: da loro potrete avere un quadro ancora più dettagliato dei comportamenti di vostra madre, soprattutto in quelle ore in cui voi siete assenti dal reparto. Talvolta alcuni comportamenti di rifiuto da parte delle persone ricoverate sono messi in atto solo in presenza del familiare mentre, nel resto della giornata e della settimana, la persona si mostra sufficientemente ambientata nella struttura.
Il confronto con operatori competenti aiuta a ridimensionare le nostre paure, acquisire informazioni precise, capire meglio i comportamenti del nostro familiare, avere suggerimenti utili. Un grosso aiuto a sentirci meno soli in questo impegnativo lavoro di cura.
Potrebbe essere utile, inoltre, informarvi per avviare le procedure per diventare amministratori di sostegno di vostra madre in modo da avere, anche dal punto di vista giuridico, la possibilità di prendere decisioni che la riguardano.

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