Non conoscevo l’autore e non avevo mai sentito
parlare di questo libro[1]
ma i giudizi entusiastici delle mie amiche mi hanno stimolato a leggerlo. Già
dalla prima pagina ho capito che mi avrebbe intrigato e che avrei fatto fatica ad
interrompere la lettura.
I protagonisti, Addie
e Louis entrambi vedovi e anziani, ci fanno vivere momenti di tenerezza nel
tentativo di costruire una relazione di amicizia che dia senso alle loro
giornate povere d’impegni e riempia le notti con dialoghi pieni di emozioni.
Per costruire quest’amicizia non tengono conto dei pettegolezzi dei concittadini
che non tardano a mancare: la comunità della cittadina non accetta la relazione
che considera inspiegabile e spregiudicata.
Ma entrambi non tengono conto di questo.
“Passa dalla
strada, entra dalla porta principale. Ho deciso di non badare a quello che
pensa la gente. L’ho fatto per troppo tempo – per tutta la vita. Non voglio più
viver così”.
Iniziano cosi a raccontarsi periodi felici e periodi
“duri”, andando a scavare nei loro ricordi più intimi.
Questa delicata relazione amorosa viene
improvvisamente stravolta dall’arrivo del nipotino di Addie perché suo figlio
si sta separando. Occorre un po’ di tempo perché Addie e Louis riescano ad
assumere il ruolo di nonni, ruolo che rinforza la loro relazione.
E’ un amore tardivo, che dà la possibilità di
rivivere emozioni ed esperienze che entrambi pensavano appartenere al passato.
“Conoscere
bene qualcuno alla mia età e scoprire che ti piace e che in fondo non sei
completamente inaridito, “.
Il figlio di Addie però non condivide questa
relazione e pone la madre di fronte ad un aut aut: o il rapporto con il nipote
o quello con Louis.
“A letto, al
buio, parlarono ancora un po’. Addie piangeva. Lui la cinse con un braccio e la
strinse a sé.” E’ stato bello”, disse Louis. “Hai cambiato molte cose nella mia
vita. Te ne sono grato. Mi ha fatto piacere. (…)
Rispetto a com’ero
prima di stare con te, sono una persona
migliore. E’ merito tuo.”
Addie, di fronte alla minaccia di perdere il
rapporto con il nipotino, interrompe la relazione con Louis.
Segue un lungo periodo di grande sofferenza di
entrambi.
Addie man mano diventa non autosufficiente e viene ricoverata
in una struttura. Solo allora telefona a Louis e riprende il rapporto con lui, anche
se solo per telefono.
“Stiamo
continuando a parlare. Fin quando potremo, finché dura.”
Dialogo e condivisione sono bisogni importanti a
qualunque età. Questo il messaggio principale del libro. Ma l’autore mette
anche in luce che quando questi bisogni trovano risposta in una relazione
affettiva prima, amorosa poi, la relazione va a collocarsi nella rete dei
nostri rapporti sia familiari sia sociali. Che non restano neutre di fronte a
ciò.
Un libro scritto con delicata sensibilità e rara
capacità di leggere i sentimenti e relazioni. Un libro che suscita emozioni.
La lettura di questo romanzo suscita riflessioni e
ci pone delle domande:
- Quanto in età anziana sentiamo l’esigenza di
rapporti affettivi anche extra familiari?
- Che cosa pensiamo di una relazione amorosa in
età anziana? Noi stessi e chi ci circonda?
- Come, questo bisogno, impatta con le relazioni
familiari e da queste può ricevere impulsi in senso restrittivo o di
accettazione?
[1] Haruf Kent, Le nostre anime di notte., NN Editore, Milano 2017