Un ricovero e… il finimondo

Un ricovero e… il finimondo

Com’è possibile che una donna anziana, ricoverata per essere caduta e aver fratturato il femore, il giorno dopo il ricovero diventi un’altra persona?
Fino a qualche giorno fa mia madre era autonoma, viveva da sola, cucinava per i nipoti… poi improvvisamente l’osteoporosi le gioca un brutto scherzo: la gamba cede, il femore si frattura.
L’ortopedico ci aveva avvisato che sarebbe potuto succedere. Ma ciò cui non eravamo preparati è ben altro!!!

Il giorno dopo il ricovero mia madre comincia ad essere agitata: vede persone sconosciute e animali nella stanza, si arrabbia perché sostiene che le abbiamo cambiato i mobili della sua casa senza avvisarla, non vuole mangiare, dice cose insensate, piange. Devono darle farmaci per tranquillizzarla e aiutarla a dormire.
Io e mio marito trascorriamo due giorni “da incubo” in ospedale, con lei ingestibile. Poi la situazione sembra rientrare… torna ad essere tranquilla, lucida, chiede dei nipoti, ci dà le precise indicazioni sulla biancheria nei suoi cassetti.
La situazione crolla nuovamente qualche giorno dopo, in modo ancora più drammatico.
Vorremmo proprio capire cosa sta succedendo!
Siamo in grande difficoltà: non eravamo preparati a dover essere presenti giorno e notte per controllare mia madre, cercare di tenerla calma, evitare il disturbo a tutto il reparto.
Inoltre, solo la scorsa settimana mai avremmo pensato di dover rinunciare a qualsiasi aspetto della nostra quotidianità: il lavoro, la cena insieme ai nostri figli… Il nostro impegno, per assisterla ha completamente deformato la vita della nostra famiglia!
Parlando con un medico scopro che queste manifestazioni si chiamano “delirium”: una condizione che non ha mai avuto “segnali premonitori”.
Assomiglia a quello che accade alle persone affette da demenza ma, nel nostro caso, dovrebbe risolversi.
Abbiamo il terrore, invece, che questo non succederà!
In ospedale ci dicono di non preoccuparci perché quello che succede a mia madre accade frequentemente agli anziani quando vengono ricoverati.
Come può essere normale tutto ciò?

Abbiamo chiesto al geriatra un parere su quanto da lei descritto. Ecco la risposta:

“In merito al comportamento manifestato dalla signora, in base agli elementi da lei descritti, mi sento di fare tre possibili riflessioni circa ciò che sta succedendo alla sua mamma ricoverata.
Gli anziani che presentano una fattura al femore – situazione accompagnata da un dolore fisico importante – vengono ricoverati in ospedale per le cure necessarie. Occorre però ricordare che l’ospedale garantisce sì le cure adeguate dal punto di vista sanitario ma è anche un luogo estraneo che – è ormai noto – suscita ansia e preoccupazione per l’estraneità dell’ambiente e dei ritmi di vita, per l’imminente intervento chirurgico da effettuare e per l’incertezza del recupero della propria autonomia. Questo “mix” di timori a volte si rivela “dementigeno” e si possono verificare episodi di delirio, come nel caso sopra descritto.
Una seconda chiave per leggere l’accaduto è che talvolta i problemi di confusione e delirio potrebbero essere ricondotti agli effetti collaterali di farmaci usati PRIMA del manifestarsi della sintomatologia delirante.
Da ultimo, non certo per importanza, occorrerebbe verificare che la signora non avesse, prima del ricovero, una forma latente di demenza che spesso viene appunto slatentizzata dal ricovero in ospedale.
In ogni caso, poco importa: la precisa natura di questi disturbi si definirà al ritorno al domicilio. Oltre alla necessaria terapia riabilitativa necessaria dopo l’intervento, vi consiglierei di far eseguire una TAC o Risonanza magnetica cerebrale per valutare l’eventuale presenza (prima occulta) di demenza.
Se l’esito fosse negativo e neurologicamente non fossero rilevate anomalie, il problema si dovrebbe risolvere da sé con l’avvenuto ritorno al domicilio, luogo noto e rassicurante.
Se l’esame dovesse dare, invece, esito positivo – e quindi rilevare un quadro di demenza – l’ambiente ospedaliero potrebbe accentuare i comportamenti problematici legati alla patologia. Suggerisco anche in questo caso il rientro della signora al proprio domicilio per ritrovare la propria quotidianità rassicurante. A partire da questo momento occorrerà naturalmente prendere in mano la situazione da parte dei familiari, situazione molto diversa da quella presente prima del ricovero e della conoscenza della nuova diagnosi.
Da ultimo una riflessione: forse è necessario che in ospedale noi medici si dedichi maggior tempo ed attenzione alla necessità di informare e rassicurare i familiari di anziani degenti. Non è solo un obbligo legato alla professionalità ma anche un loro diritto.”

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