Sono diventato datore di lavoro!

Sono diventato datore di lavoro!

Vorrei parlare della mia esperienza di figlio di una mamma anziana non più autosufficiente. Da due anni mia madre ha una badante. Carmen è qui solo da pochi mesi e sembra che le cose vadano bene ma ne abbiamo cambiate diverse in 24 mesi!

È stato difficile, dopo la caduta con frattura – quando il mio aiuto è diventato più frequente e intenso – rivedere il mio ruolo di figlio, ma anche prendere consapevolezza del mio compito di datore di lavoro. Eh sì, questo è un aspetto sottovalutato da tutti!
Non è stato facile all’inizio e non lo è neanche oggi! Oltretutto per una vita tu magari hai lavorato come dipendente di qualcuno!
Scrivo perché voglio condividere con altri – che stanno vivendo la stessa esperienza – alcune riflessioni. Assumere questo compito di datore di lavoro è un aspetto che dovrebbe essere più “curato” dai servizi, informando e anche aiutando noi familiari a “formarci”.
Sapete, la vera difficoltà non è quella di imparare a gestire la complessità delle procedure burocratiche per l’assunzione e/o la busta paga, il calcolo dei contributi INPS, ecc. No, su questi aspetti servizi pubblici e privati ti aiutano o addirittura lo fanno al posto tuo se non te ne vuoi occupare o non ti senti capace!

Il vero problema è entrare nella mentalità di dovermi occupare di ciò, a cominciare dal come gestire il rapporto con una persona – la badante – che è accanto a mia madre come lavoratrice ma a cui io, per primo, chiedo anche di stabilire un rapporto affettivo perché mi possa fidare di lei lasciando la mia mamma nelle sue mani!
Un altro aspetto critico è che non solo mia madre ma anche io mi sono affezionato e mi sono coinvolto nel rapporto.

Con Mercedes, l’ultima badante prima di Carmen, per esempio, si era creato un rapporto speciale: lei mi ha coinvolto nella sua storia di madre che ha lasciato una bimba piccola in Ecuador, di donna che mantiene la sua famiglia e anche buona parte del clan familiare. Io l’ho aiutata tanto, e anche lei ha aiutato me
Forse, senza rendermene conto, l’ho fatta diventare una di famiglia ma questo mi ha fatto provare un grande dolore quando ha deciso di andare via per un lavoro meglio pagato, mi sono sentito tradito!
Molti credono di aver fatto la fatica più grande prima dell’arrivo della badante – quando si deve “convincere” la propria madre ad accettare un’estranea in casa – o all’inizio della convivenza, quando ci si sbatte come matti per mediare i conflitti tra loro. In realtà non è così!
Certo far accettare la badante è faticoso e snervante ma c’è un’altra fatica che noi familiari non abbiamo presente quando decidiamo di ricorrere a questo aiuto: cambiano le relazioni all’interno della nostra famiglia!
Io, preso come ero dall’urgenza di avere un aiuto nel gestire mia madre, avendo anche la mia famiglia e il mio lavoro, non mi sono reso conto che Mercedes, Carmen o le altre non erano/sono solo un sollievo, un grosso aiuto, la risposta ad un mio bisogno ma sono persone che, entrando nelle nostre vite, modificano gli equilibri delle nostre famiglie.
Talvolta sono ancora geloso del legame che vedo stabilirsi tra loro due, dell’intesa che hanno, ma ho notato che anche mia madre ha paura, si sente esclusa quando mi sorprende a parlare con Carmen per organizzarci e, perché no, anche per scambiare due chiacchiere!
Forse solo oggi riesco a vedere con un po’ di lucidità che non era solo mia madre a dover accettare la badante ma anche io dovevo accettare la loro relazione!
Insomma essere datori di lavoro, di questo specifico lavoro, è molto complicato, ha tanti aspetti, tocca tanti sentimenti. Qualcuno ci può aiutare?

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