La notte non fa paura

La notte non fa paura

LA NOTTE NON FA PAURA. 

Riflessioni sulla morte come parte della vita.  

Corbaccio Ed. 2018

Nella mia lunga esperienza professionale mi sono trovata diverse volte a parlare con persone (anziani, familiari, operatori) del morire, o meglio di come avvicinarsi al morire, come attraversare o accompagnare questo periodo, come prepararsi.

Ecco queste persone sono già sulla buona strada perché riescono ad esprimere con le parole timori, ansie, preoccupazioni, dolore. Possono parlare del morire. 

Ma non è così per la maggior parte delle persone.

Da tempo, nella nostra società, morire è un tabù, non se ne parla,o poco e con fastidio; si muore spesso anche fisicamente in luoghi altri (RSA, ospedali, ecc.) meno familiari della propria casa: una morte isolata, talora nascosta. 

Nel libro “La notte non fa paura” Kathryn Mannix ci aiuta a riprendere in mano quest’aspetto della vita con linguaggio chiaro e diretto.

Il mio scopo – dice l’autrice – è reclamare uno spazio pubblico alla morte: è importante che tutti ne possano parlare apertamente. Il mio mezzo sono le storie, storie di persone che potrebbero essere vostri amici, fratelli, genitori e figli. Storie di persone che riescono ad amare e vivere intensamente la vita che stanno per abbandonare non perché siano persone eccezionali, ma perché è così che si comportano gli umani.”

E’ molto importante che la morte sia “addomesticata” nel triplo significato del termine: 

  • riportata all’interno delle case o degli hospice (luoghi dove la dimensione affettiva e relazionale della casa è affiancata da un’adeguata assistenza sanitaria), 
  • ri-scoperta come opportunità per creare o consolidare legami, 
  • ridotata di senso.

Che cosa vuol dire “addomesticare”?

”E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare legami”(…) “Non si conoscono che le cose che si addomesticano”, disse la volpe.1

 (…) “Che cosa bisogna fare?” domandò il piccolo principe. 

“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe.

1. Da “Il piccolo principe” – Antoine de Saint-Exupéry

Come quello della nascita, il percorso del morire (perché di percorso si tratta, oggi si muore poche volte all’improvviso, sempre di più spesso con un tempo “da attraversare”), segue per lo più fasi ricorrenti e riconoscibili, in una progressione di cambiamenti che portano al risultato previsto. Nel suo libro, la Mannix ci fa scoprire – sollecitando curiosità e pazienza verso sé stessi e gli altri – come è possibile affrontare la morte in modo consapevole e il più sereno possibile. Da medico della medicina palliativa e psicologa, attraverso le storie di tante persone (giovani, adulti, anziani) ci fa scoprire come è possibile facilitare il “viaggio” attraverso l’ascolto, l’osservazione, l’atteggiamento, i gesti di cura, la promozione di relazioni; l’utilizzo dei farmaci, degli accertamenti e, in generale, della tecnologia medica, quando necessari, vengono sempre dopo.

Il libro non fornisce una soluzione unica, una tecnica valida in tutte le situazioni, una ricetta utilizzabile con chiunque stia morendo. “Non sono gli eventi in sé – sottolinea la Mannix – ma il modo in cui ciascun individuo li percepisce a rappresentare la guida migliore; permettere ad ognuno di costruire le soluzioni a lui più adatte, è la chiave per rispettarne la dignità”.  

L’Autrice possiede il dono della narrazione. 

Con parole chiare, dirette, delicate narra vite vissute da persone normali, che giunte al termine dei loro giorni, imparano ad amare e vivere intensamente la vita che stanno per abbandonare. Ogni storia ci fa confrontare con le nostre storie personali (e, per alcuni, anche professionali), coglierne le similitudini e le differenze nei gesti e nel linguaggio. Il libro è ricco di proposte, suggerimenti, consigli: un aiuto per vivere la morte come percorso non necessariamente spaventoso se affrontato con la consapevolezza della verità. 

Nonostante un tema così complesso e difficile la lettura è gradevole, in diversi punti affascinante; offre spunti di riflessione per chi – giovane, adulto o anziano – ogni giorno vive l’esperienza, difficile e unica, – personale e/o professionale – dell’accompagnare al morire. Ed anche per chi di noi pensa di prepararsi per il futuro. Insomma, un libro per tutti.

“Condividendo con voi la storia di tante persone comuni giunte al termine dei loro giorni spero di aver dimostrato che, alla fine, nessuno di noi è comune, anzi ciascuno è straordinario alla propria maniera. Avvicinandoci alla conclusione dell’esistenza, viviamo uno scambio di prospettiva che ci permette di focalizzarci sulle cose più importanti (…) è un cambiamento emozionante e liberatorio. La vita è preziosa e forse riusciamo ad apprezzarla meglio quando la viviamo consapevoli della sua fine.

E’ il momento di parlare della morte. Io l’ho fatto. Grazie per avermi ascoltata.

Adesso tocca a voi.”

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