Come è tutelato l’Amministratore di Sostegno

Come è tutelato l’Amministratore di Sostegno

L’amministratore di sostegno (Ads) è un istituto giuridico, nato nel 2004, a tutela delle “persone prive di tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni di vita quotidiana che – per effetto di un’infermità o di una menomazione fisica o psichica – si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi.

Alcuni interventi vengono concordati con la persona beneficiaria, altri, invece, possono non tener conto della sua volontà ma essere giustificati dalla valutazione della specifica situazione. Tutto ciò che non è previsto nel Decreto di Nomina deve essere richiesto al Giudice Tutelare.

Il familiare che vuole svolgere questo compito nell’ambito famigliare deve considerare l’aspetto emotivo che ciò comporta e il fatto che, talvolta, alcune scelte non sono condivise dai parenti che si contrappongono all’Amministratore di Sostegno. Queste incomprensioni sono inutili perché le scelte dell’Ads sono valutate nell’interesse della persona e devono essere sempre condivise ed autorizzate dal Giudice nel Decreto di Nomina. Qualora la famiglia ostacoli il lavoro dell’Ads è possibile chiedere l’aiuto anche dei Servizi Sociali. Il Giudice Tutelare può essere chiamato a dirimere le difficoltà qualora diventi impossibile per l’Ads svolgere il proprio mandato.

E’ comunque evidente che, per il delicato compito che svolge, l’Ads deve essere in grado di confrontarsi con rispetto verso i parenti del beneficiario ma anche essere dotato di fermezza nello svolgere il suo compito: proteggere la persona fragile agendo in base alle sue effettive esigenze.

Quando la situazione è particolarmente complessa da un punto di vista personale, famigliare, sanitario o economico gli interventi dell’Ads possono integrarsi con quelli di altri specialisti, sempre nominati dal Giudice Tutelare.

Spesso il tema della responsabilità spaventa il congiunto, nominato Ads, al quale viene richiesta la capacità di mediare la relazione con il contesto famigliare sapendo utilizzare le risorse che le leggi mettono a disposizione ed interagire con i servizi e le reti di aiuto esistenti.

Sul territorio esistono molti Punti di Prossimità[1] forniscono informazioni e, se necessario, supporto per la corretta gestione del caso. Dal 2013, per la Provincia di Monza e Brianza, un riferimento è la Rete FIANCO A FIANCO cui aderiscono numerose associazioni che si occupano di questo tema, capofila è l’Associazione Stefania. Nei seguenti siti si possono trovare numerose informazioni utili, segnalazione di incontri e momenti di formazione o confronto, oltre a materiali da scaricare.

E’ possibile trovare un interessante approfondimento e l’esperienza di un’Ads molto preparata, negli ultimi tre capitoli, a cura di Paola Loddo, del libro:

Gallina M, Loddo P. “La cura e la tutela dell’anziano. Sostenere le relazioni tra famiglia e assistente familiare.” Ed. Franco Angeli 2014 Disponibile anche in versione e-book.


[1] Alcune associazioni del territorio sono Punti di Prossimità, con la funzione di sensibilizzazione sociale e culturale, formazione della figura dell’Ads, accompagnamento alle persone nel ricorso e sostegno al ruolo di ADS, attivando e coinvolgendo le realtà del territorio. I punti di prossimità sono trasversali al tipo di fragilità: disabilità, dipendenze, disagio psichico, patologie geriatriche.

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