Anziani ed era digitale
Buongiorno, ho 70 anni e sono la caregiver di una persona malata di Alzheimer che ha bisogno di essere accudita da un punto di vista fisico ma anche aiutata a svolgere tutte quelle mansioni burocratiche che fanno parte della vita. Spesso devo trattare pratiche che richiedono l’utilizzo del computer che ormai è diventato parte integrante della nuova generazione, ma che per me – che ho 70 anni e che né per formazione né per lavoro l’ho mai utilizzato – rappresenta una difficoltà non indifferente. Ad esempio, per commettersi con l’Inps devo avere una password e saper utilizzare il sistema altrimenti non riesco ad aver le risposte che cerco. Il sistema rigido non prevede ignoranza ed errori, così spesso mi trovo a non essere in grado di risolvere un problema. Mi manca il confronto con una persona fisica, che avevo e che mi dava sicurezza, e mi permetteva di approfondire tutti gli argomenti ponendo via via le domande, che non mi risolveva il problema dell’essere caregiver, ma certo mi semplificava le cose.
Scusate lo sfogo ma questa difficoltà è spesso presente nella mia generazione e ancor più nella generazione degli over 75. E’ un ostacolo che richiede tempo, molta pazienza e soprattutto non consente di agire in autonomia. Ringrazio per l’attenzione per un tema che mi sta a cuore e saluto. (Carla 1948.)
Colgo l’occasione di rispondere a questo suo sfogo per proporre delle riflessioni e delle informazioni che spero possano aiutare sia lei – sia i tanti che si trovano ad affrontare tali problemi – a capire meglio la situazione.
Nel 2018 più dell’80% degli Europei ha avuto regolare accesso ad Internet, seppure con una certa variazione tra i vari Paesi UE. Tuttavia, coloro che non hanno mai usato Internet sono ancora tanti, soprattutto tra gli anziani della terza età[1]: il 37% delle persone tra 65 e 74 anni (dati Eurostat 2018).
Come lei ha ben evidenziato nella sua lettera, il crescente impiego delle nuove tecnologie e la progressiva digitalizzazione per l’accesso ai servizi o alle informazioni, può rappresentare uno svantaggio per alcune persone, soprattutto della quarta età, ed essere fonte di esclusione sociale. Infatti, se da un lato l’uso di internet, facilita la vita delle persone, non solo anziane, consentendo un rapido reperimento di informazioni, lo svolgimento di pratiche burocratiche (certificati on line, moduli scaricabili, ecc.), dall’altro alcuni siti, soprattutto pubblici, sono ancora troppo complessi nelle procedure di fruizione. E non solo per gli “analfabeti digitali”[2] ma anche per coloro che lo usano senza formazione specifica o solo di rado! Ha perfettamente ragione, quindi, quando segnala la sensazione di caos e di impotenza che avverte quando si scontra con operazioni troppo articolate e numerose, con linguaggi talvolta incomprensibili nell’erogazione delle risposte.
Ma la soluzione non può essere quella di rimpiangere il contatto diretto con un interlocutore in carne ed ossa; non è più possibile averlo e non dimentichiamoci quanto, talvolta, fosse anch’esso complicato per altri motivi (code, essere rimandati ad altri, incomprensioni, ecc.)
Dobbiamo prendere atto – come appartenenti alla terza e quarta età – che già il presente, e ancor più il futuro, sono “informatizzati”.
Le ricerche più recenti ci segnalano che non tutte le persone over 65 anni hanno lo stesso atteggiamento verso internet e l’uso delle nuove tecnologie. Ci sono anziani che si sentono insicuri rispetto alle tecnologie e poco fiduciosi di poterne padroneggiare l’utilizzo. Se si guarda intorno, si accorgerà che – per aiutare le generazioni meno in confidenza con le nuove tecnologie – stanno proliferando le offerte di corsi, spesso gratuiti, di informatica specifici per anziani. E allora coraggio, prenda quest’opportunità per acquisire familiarità con uno strumento importante!
Altri anziani, invece, scelgono di non volere usare la tecnologia, per mancanza di interesse o di motivazione. Spesso siamo noi i peggiori nemici di noi stessi in questo campo: in Italia solo 3 su 10 degli over 65 usa internet .
Altri anziani – sono pochi ma in aumento – usano le nuove tecnologie e il loro uso non è necessariamente diverso da quello di persone più giovani.[3]
E’ scientificamente e statisticamente dimostrato che le caratteristiche individuali influenzino molto l’uso delle nuove tecnologie facendole percepire come uno strumento più o meno d’aiuto anche per un invecchiamento attivo. Le nuove tecnologie, infatti, sono utilizzate di più da chi ha un reddito e un livello di scolarizzazione alto, da chi ha già usato le tecnologie durante l’età lavorativa, da chi è in buone condizioni di salute, da chi ha la percezione della tecnologia come mezzo utile.
Da ultimo, vorrei ricordare che – con una popolazione sempre più vecchia – le nuove tecnologie diventano ancora più importanti perché possono dare agli anziani e non solo, l’opportunità di condurre la propria vita in modo il più possibile indipendente. Da diversi anni, infatti, la domotica[4] sta offrendo soluzioni innovative che aiutano coloro che, con il passare del tempo, hanno disabilità cognitive, fisiche o sensoriali a migliorare l’ambiente nel quale vivono, a partire dalla casa. E diventano un grandissimo supporto anche per i familiari caregiver di questi anziani, come lei, in quanto possono facilitare il loro lavoro di assistenza.
Ecco alcuni esempi di ultime tecnologie per persone con problemi:
- collane o orologi muniti di microchip, per aiutare a sapere dove si trova la persona anziana anche quando esce da casa (geo localizzazione con i “wearables”):;
- ausili per la memoria come le pill box, scatole che s’illuminano quando è ora di prendere la medicina e si aprono dispensando la pastiglia giusta, con un sensore che registra se la pillola è stata effettivamente presa oppure no.
Per concludere la risposta alla sua accorata lettera, vorrei provocarla ricordandole che la curiosità non invecchia, anzi, aiuta ad invecchiare più lentamente! Sicuramente occorre uno sforzo per portare la testa fuori dalla propria confort-zone; ma, facendolo, potrebbe scoprire che l’uso di internet offre vantaggi tali da valere la pena di superare la paura di imparare cose nuove e affrontare la fatica del confrontarsi con situazioni mai sperimentate. Il risultato la sorprenderà: si accorgerà che lo sguardo si apre al presente e al futuro in una prospettiva nuova, anche di auto-investimento sul proprio invecchiamento attivo.
[1] La categoria degli anziani è stata suddivisa in: giovani anziani o appartenenti alla terza età coloro che sono tra i 65-74 anni, anziani o della quarta età coloro che sono tra i 75-84 anni, e grandi vecchi o della quinta età coloro che sono tra gli 85-99 anni
[2] Vengono definiti “analfabeti digitali” coloro che non sanno usare il computer, non sanno leggere, scrivere e trovare criticamente informazioni in Internet.
[3] La generazione dei babyboomers, cioè i nati tra il 1946 e 1950, ha molto aumentato l’uso di internet sia come strumento per comunicare, sia per attività di commercio, ma soprattutto per svolgere attività culturali o ludiche attraverso la rete. (fonte ISTAT e FUB, Internet@Italia 2018 Domande e offerta di servizi online e scenari di digitalizzazione.)
[4] La parola deriva dal francese domotique che fonde insieme la parola latina domus «casa» con (informa) tique «informatica». E’ la disciplina che si occupa di applicare l’informatica e l’elettronica all’insieme di dispositivi e impianti usati nelle case (illuminazione, riscaldamento impianti audio-video, ecc.,) .